la stanza dell'inaspettato

gli Atelier di parità sentimentale - seconda stanza

Eccoti qui!
Dopo aver scartato, ora lasciati sorprendere!

Laboratorio
di movimento

prima

A volte capita di osservare i luoghi di ogni giorno con occhi diversi e di lasciarsi stupire e meravigliare dall’attimo della novità.

Nella nostra quotidianità siamo abituati a percorrere vie e organizzare incontri che neanche ricordiamo ma talvolta basta fermarsi un attimo, attendere e osservare il ritornare delle cose con uno sguardo diverso, nuovo e inaspettato.

È successo proprio così: durante il lockdown sono andata di nascosto in questo luogo, vissuto e abitato in tante ore della giornata, ma mai mi era capitato di vedere quella luce andar via, tanto da volerla tradurre in una danza intima, nascosta e dal buio.

dopo

Prova a relazionarti al buio, al nascosto, alla ricerca della visione.

Trova uno strumento che ti permetta di alternare luce e buio facilmente: una torcia, uno squarcio di luce dalla persiana, una lampada posizionata nell’angolo della stanza…
Scegli cosa nascondere e cosa lasciar apparire.

Preferisci accogliere la luce o lasciarti avvolgere dal buio?

Fai caso alle sfumature della luce, a come cambiano rispetto alla tua presenza e ai movimenti che in altre occasioni scarteresti.

Pensa alla luce come a qualcosa che ti muove, ti fa scappare, ti attira.

Prova a far parlare piccole parti del corpo: nel dettaglio si nasconde l’inaspettato.

Laboratorio di movimento

prima

A volte capita di osservare i luoghi di ogni giorno con occhi diversi e di lasciarsi stupire e meravigliare dall’attimo della novità.

Nella nostra quotidianità siamo abituati a percorrere vie e organizzare incontri che neanche ricordiamo ma talvolta basta fermarsi un attimo, attendere e osservare il ritornare delle cose con uno sguardo diverso, nuovo e inaspettato.

È successo proprio così: durante il lockdown sono andata di nascosto in questo luogo, vissuto e abitato in tante ore della giornata, ma mai mi era capitato di vedere quella luce andar via, tanto da volerla tradurre in una danza intima, nascosta e dal buio.

dopo

Prova a relazionarti al buio, al nascosto, alla ricerca della visione.

Trova uno strumento che ti permetta di alternare luce e buio facilmente: una torcia, uno squarcio di luce dalla persiana, una lampada posizionata nell’angolo della stanza…
Scegli cosa nascondere e cosa lasciar apparire.

Preferisci accogliere la luce o lasciarti avvolgere dal buio?

Fai caso alle sfumature della luce, a come cambiano rispetto alla tua presenza e ai movimenti che in altre occasioni scarteresti.

Pensa alla luce come a qualcosa che ti muove, ti fa scappare, ti attira.

Prova a far parlare piccole parti del corpo: nel dettaglio si nasconde l’inaspettato.

Laboratorio musicale

dopo

Dallo scarto alla creazione, dal silenzio al suono, in condivisione.

La traccia che hai ascoltato inizia con una melodia suonata da un Glockenspiel, divisa in due parti: questa melodia si ripeterà per tutto il brano. Riesci a sentirla? È minimale, piena di silenzi: ma proprio la presenza di questi silenzi permette agli altri strumenti di inserirsi, giocare con la melodia del Glocken, metterci del loro. Vedi come il djembe si unisce al Glockenspiel, e come entrambi, pur non cambiando niente della propria struttura, si fondono con il sax, col pianoforte, col mio stesso corpo?

Ora puoi fare lo stesso: cosa puoi metterci dentro? Puoi suonarci qualche accordo, o delle note singole, o canterellarci qualcosa senza parole, o semplicemente lasciar muovere il tuo corpo.

Non serve necessariamente essere un musicista, puoi metterci anche il suono di una bottiglia che si stappa, o dei colpi di tosse: l’importante è che non siano riprodotti casualmente, ma creati attraverso un ascolto immersivo di questa melodia. Mettici tutto il tempo che vuoi, finché non avrai deciso cosa farne.

Se vuoi, puoi registrare un audio del risultato, di te che suoni con me, che sono così distante nello spazio, nel tempo, nelle nostre differenze, ma che ti regalo un pezzetto, nato da qualcosa che avevo scartato, sperando che tu possa farci qualcosa.

Laboratorio musicale

dopo

Dallo scarto alla creazione, dal silenzio al suono, in condivisione.

La traccia che hai ascoltato inizia con una melodia suonata da un Glockenspiel, divisa in due parti: questa melodia si ripeterà per tutto il brano. Riesci a sentirla? È minimale, piena di silenzi: ma proprio la presenza di questi silenzi permette agli altri strumenti di inserirsi, giocare con la melodia del Glocken, metterci del loro. Vedi come il djembe si unisce al Glockenspiel, e come entrambi, pur non cambiando niente della propria struttura, si fondono con il sax, col pianoforte, col mio stesso corpo?

Ora puoi fare lo stesso: cosa puoi metterci dentro? Puoi suonarci qualche accordo, o delle note singole, o canterellarci qualcosa senza parole, o semplicemente lasciar muovere il tuo corpo.

Non serve necessariamente essere un musicista, puoi metterci anche il suono di una bottiglia che si stappa, o dei colpi di tosse: l’importante è che non siano riprodotti casualmente, ma creati attraverso un ascolto immersivo di questa melodia. Mettici tutto il tempo che vuoi, finché non avrai deciso cosa farne.

Se vuoi, puoi registrare un audio del risultato, di te che suoni con me, che sono così distante nello spazio, nel tempo, nelle nostre differenze, ma che ti regalo un pezzetto, nato da qualcosa che avevo scartato, sperando che tu possa farci qualcosa.

Laboratorio teatrale

Prima

Prima di ascoltare la traccia hai bisogno di:

  • il tuo sacchetto X o O, o quello di unə tuə compagnə se lo avete scambiato in classe;
  • lo zainetto che porteresti con te per uscire o fare una piccola gita fuori porta, nel quale riporre il sacchetto e da tenere a portata di mano durante l’ascolto;
  • un posto tranquillo e silenzioso in cui ti senti a tuo agio;
  • cuffie per un ascolto avvolgente ed intimo.

Dopo

Fai sedimentare. Resta da solə qualche minuto e poi, in coppia con unə compagnə (preferibilmente se di sesso opposto) rispondi alle domande tramite chat.

Come ti immagini fisicamente nell’altro sesso?

Qual è la prima cosa che faresti se ti svegliassi in un corpo dell’altro sesso?

Cosa immagini sia successo nella storia che hai appena ascoltato?

Cosa ti immagini cambierebbe per te (modi di fare, abitudini, gusti, amicizie) se fossi nei panni di una persona dell’altro sesso?

Qual è l’aspetto che più ti interesserebbe approfondire dell’altro sesso?

Quale, invece, scarteresti?

Qual è, secondo te, la differenza tra sesso e genere?

Quando avrai esaurito gli argomenti, puoi fare uno screenshot della conversazione e condividerlo con i tuoi compagni ed i docenti.

N.B. Qualsiasi altro atto creativo (disegno, scritto, foto, video, audio) scaturito dalla narrazione è ben accetto.

Laboratorio teatrale

Prima

Prima di ascoltare la traccia hai bisogno di:

  • il tuo sacchetto X o O, o quello di unə tuə compagnə se lo avete scambiato in classe;
  • lo zainetto che porteresti con te per uscire o fare una piccola gita fuori porta, nel quale riporre il sacchetto e da tenere a portata di mano durante l’ascolto;
  • un posto tranquillo e silenzioso in cui ti senti a tuo agio;
  • cuffie per un ascolto avvolgente ed intimo.

Dopo

Fai sedimentare. Resta da solə qualche minuto e poi, in coppia con unə compagnə (preferibilmente se di sesso opposto) rispondi alle domande tramite chat.

Come ti immagini fisicamente nell’altro sesso?

Qual è la prima cosa che faresti se ti svegliassi in un corpo dell’altro sesso?

Cosa immagini sia successo nella storia che hai appena ascoltato?

Cosa ti immagini cambierebbe per te (modi di fare, abitudini, gusti, amicizie) se fossi nei panni di una persona dell’altro sesso?

Qual è l’aspetto che più ti interesserebbe approfondire dell’altro sesso?

Quale, invece, scarteresti?

Qual è, secondo te, la differenza tra sesso e genere?

Quando avrai esaurito gli argomenti, puoi fare uno screenshot della conversazione e condividerlo con i tuoi compagni ed i docenti.

N.B. Qualsiasi altro atto creativo (disegno, scritto, foto, video, audio) scaturito dalla narrazione è ben accetto.

Hai completato la seconda stanza?

continua IL PERCORSO:

terza stanza: il dono